I venticinque anni di vita del Centro dell'Arte "Vito Frazzi" di Scandicci costituiscono una tappa significativa, principalmente per due ragioni. In primo luogo, perché non capita spesso che una istituzione culturale, nata per iniziativa di privati e basata essenzialmente sul volontariato e sullo spirito di sacrificio, duri così a lungo, fino a entrare a far parte in forma stabile del tessuto cittadino, intrecciando con lo stesso e con i comuni vicini, compreso Firenze, rapporti di intensa e duratura collaborazione. Se ciò è avvenuto, lo si deve all'impegno dei responsabili del centro, ma soprattutto alla qualità dell'attività che ha consentito allo stesso di acquisire una posizione di prestigio nel campo musicale e, in particolare, della musica classica, ben al di là dell'ambito locale. La seconda ragione di soddisfazione è la constatazione che il Centro è anche una concreta testimonianza dell'evoluzione del Comune di Scandicci da agglomerato attaccato ad una metropoli ad una vera e propria città, che, pur continuando a far parte del comprensorio storico e culturale fiorentino, ha saputo, col trascorrere degli anni, acquisire sempre più una propria fisionomia e identità. Nella lettera di presentazione del venticinquesimo anniversario del Centro si dice: "Cos'è una città senza chiese, piazze, scuole superiori, biblioteche, cinema e senza una sala concerti?". Ebbene, mi piace ricordare che nel 1979, quando nacque il Centro "Frazzi", a Scandicci esisteva solo una scuola superiore, il liceo scientifico. In questo quarto di secolo, il Centro si è sviluppato e consolidato e, in parallelo, sono sorti nello stesso periodo, molti altri indirizzi di scuola superiore, ivi compreso un corso di istruzione artistica. Non vi è, ovviamente, un legame diretto e immediato tra i due eventi ma è impossibile non constatare come entrambi affondino le radici in un humus estremamente fertile. L'augurio che rivolgo al Centro dell'Arte "Vito Frazzi" è di continuare nel suo procedere con lo stesso entusiasmo, impegno e competenza che finora ha caratterizzato la sua qualificata attività, per contribuire, unitamente alle altre istituzioni culturali ed educative, a dare un ulteriore impulso allo sviluppo civile del territorio in cui opera.

Baldassare Gulotta
Provveditore agli studi di Firenze dal 1979 al 1994